venerdì 30 maggio 2014

I film che amo e come hanno formato la mia personalità

Si parla sempre tanto di romanzi di formazione. La verità è che nella mia vita ci sono stati molti più film di formazione che romanzi. Non vi è mai capitato di vedere un film e poi pensare, stravolti, che non avreste potuto sentirvi più partecipi, più simili alla persona protagonista?

Ecco, a me è capitato spesso. Quando ero bambina guardavo film con mia madre Teresa Gospar (vi ricordo che io e mia madre abbiamo lo stesso nome... mi fa sempre sorridere chiamarla così! anche di persona, uso nome e cognome intero per rivolgermi a lei, e lei fa lo stesso con me :) ). A lei piacevano i grandi classici come "La principessa Sissi", ma non riuscivo mai a identificarmi del tutto.

Ho sempre preferito i personaggi più sfortunati, quelli che fanno scelte scomode e coraggiose e per questo vengono maltrattati... ma poi ecco il lieto fine! Il realismo, secondo me, appartiene alla realtà: al mio lieto fine di finzione cinematografica ci tengo!

Ed ecco, quindi, che le mie eroine erano donne complicate, prese tra desideri diversi.

Ho visto e rivisto "Storia di una monaca": Suor Lucia, alias Gabrielle Van Der Mal, alias Audrey Hepburn (divina Audrey! slo lei poteva interpretare una religiosa con tanta grazia!) era davvero splendida nel suo essere combattuta tra la vita laica e quella religiosa.

Lascia il fidanzato e la famiglia perché la vocazione è tropo forte, vuole andare in Congo a fare l'infermiera missionaria e nulla riesce a fermarla. Tante traversie, una madre superiora che all'inizio le tarpa le ali per insegnarle l'umiltà, e poi eccola, è vicina a ciò che desidera. Ma la guerra imminente e i problemi familiari le fanno tornare i dubbi e vuole di nuovo scappare, abbandonando i voti.

Non è commovente? Non è la storia di ogni donna, al di là della dimensione religiosa? 
Il fatto di voler realizzare se stesse, mettendo da parte persino la felicità privata per qualcosa di superiore, e poi invece tornare a terra perché si capisce che famiglia e affetti sono troppo importanti per sacrificarli? Anche in nome di un Bene così grande...

Mi ci vedevo un po'. Da bambina l'idea era di diventare suor Teresa Gospar, volevo prendere i voti, ma poi pensavo alla mia mamma da sola mentre io sarei stata in giro per il mondo... e pensavo anche, più banalmente, al fatto che non avrei mai potuto innamorarmi di un ragazzo. Credo che la mia vocazione non fosse poi così forte se queste considerazioni l'hanno abbattuta, ma comunque è stata una scelta.

Se qualcuno ha voglia di commentare, vorrei sapere quali film amate e quali pensate vi abbiano aiutato e formato nella vita! :)


giovedì 29 maggio 2014

Ricetta per il buonumore: torta al cioccolato e nocciole (con le amiche)!

Immagine

Voglio imparare a cucinare. Una volta, quando stavo con il mio ex, era lui a preoccuparsi di sfamarci ogni giorno, in modo semplice, ma era un ottimo cuoco. Uova, pizza, pesce, qualche dolce basico: c’era spesso cibo buono e sano in tavola.
Ora che sono tornata single alterno momenti sì e no anche sul fronte alimentazione: non sono brava in cucina, ma adoro tutto ciò che è salutare, biologico e gustoso. Ergo, capirete che mangiare cibi pronti e surgelati è orribile per me, mi fanno davvero star male fisicamente. All'inizio l’ho fatto: già ero giù, già non avevo fame, già ero autodistruttiva… te allora andavano bene anche i quattro salti in padella
Adesso che mi sono ripresa della tristezza amorosa, voglio tornare a prendermi cura di me stessa, e l’unica maniera per non dipendere da sorella e madre è capire come cucinare!
Il mese scorso ho provato a preparare i muffin al dulce de leche, mentre il weekend scorso mi sono impegnata a fare una semplice torta al cacao, farcita con la crema di nocciole biologiche (assolutamente non la Nutella!). 
La base è una cavolata da preparare, ecco la ricetta:
1 vasetto di yogurt bianco, 2 uova, 2 cucchiai colmi di zucchero di canna integrale, 40 grammi di cacao amaro, 200 grammi di farina 00 bio (ma va bene anche quella di farro!) e una mezza bustina di lievito in polvere. Ah, giusto, anche un pizzichino di sale, mi dicono le esperte che ci va sempre, persino nei dolci! 
Messo in forno dentro a una bella teglia cuoriciosa, e poi una volta cotta e freddata l’ho tagliata (ho rischiato di romperla e amputarmi un dito… sono proprio una frana!) e l'ho farcita con crema alle nocciole e granella.
Sopra ho spalmato il cioccolato fondente sciolto e dell'altra granella di nocciole: una goduria!
L’ho portata in regalo a casa di un’amica per cena, al ritrovo tra ex-compagne di università, perchè ancora ci vediamo piuttosto spesso con le ragazze dell’Accademia di Belle Arti, ed è stata piaciuta a tutte!
Con l’impasto di troppo ho preparato dei piccoli muffin, che ho lasciato alle amiche: ci hanno fatto colazione nei giorni successivi ed erano ancora morbidi!!! Sono contenta, è bello dare agli altri, e donare del cibo buono è proprio una felicità per il cuore. 
(Suor Teresa Gospar, la mia parte più religiosa e generosa, si fa sentire come sempre… inizierò a parlare con gli animali come San Francesco prima o poi!) :)